5. L' immersione da una barca

 

5.1.  L' entrata

Le diverse tecniche per entrare in acqua dipendono in gran parte da quanto il bordo dell' imbarcazione è alto rispetto alla superficie dell' acqua. Il criterio di scelta consiste nel cercare di entrare in acqua dall' altezza minore possibile, allo scopo di evitare un impatto più forte del necessario.

 

5.1.1 Le varie tecniche.

Le tecniche comunemente usate per entrare in acqua da una barca sono le seguenti:

·        lasciarsi scivolare;

·        rotolare all' indietro;

·        saltare.

 

·        La prima tecnica è adatta al caso di imbarcazioni con il bordo molto basso (meno di mezzo metro) ed è la stessa che si è imparata, durante il corso, per entrare nell' acqua della piscina stando seduti sul suo bordo. In pratica:

-    si indossa tutto l' equipaggiamento e si gonfia leggermente il GAV;

-       ci si siede sul bordo della barca e, rimanendo seduti, ci si gira verso l'  esterno portando le gambe penzoloni fuori bordo;

-       si appoggiano le mani sul bordo dell’ imbarcazione, entrambe dalla stessa parte rispetto al corpo, accanto al punto dove si è seduti;

-       facendo forza sulle braccia, si ruota il corpo girando il dorso verso l' acqua e, per un attimo, si appoggia l’ addome al  bordo dell’ imbarcazione;

-       ci si lascia scivolare in acqua all' indietro facendo attenzione che GAV e fruste non si impiglino sul bordo della barca;

-       appena in acqua, ci si accerta che tutto sia a posto e ci si rivolge verso il  compagno per segnalare l' "OK";

 

·        Il secondo metodo è adatto al caso di imbarcazioni con il  bordo un po' più alto e consiste nel:

-         equipaggiarsi completamente;

-         sedersi sul bordo della barca (o su una apposita panchetta in un punti libero della murata), con la schiena rivolta verso il mare;

-         osservare con attenzione che al di sotto non si trovino altri subacquei né ostacoli di qualsiasi natura.

-         portare al viso una mano (esercitando una leggera pressione sul vetro della maschera con le dita aperte e, con il palmo, sul secondo stadio dell' erogatore);

-         guardare avanti a sé, sollevare le gambe a squadra  e quindi rotolare all' indietro facendo perno sul punto in cui si è seduti;

-         appena in acqua, accertare che tutto sia a posto e quindi rivolgersi verso il  compagno per segnalare l' "OK".

 

·        La terza tecnica è adatta nel caso in cui il bordo dell' imbarcazione sia piuttosto alto (anche più di un metro) e consiste nel:

 

>        indossare l' equipaggiamento completo e gonfiare leggermente il GAV;

>        ergersi in piedi sul bordo della barca o sull’ eventuale plancia di poppa, rivolti verso il mare, preferibilmente nel punto in cui il bordo è meno alto rispetto all' acqua;

>        portare al viso una mano (esercitando una leggera pressione sul vetro della maschera con le dita aperte e sul secondo stadio dell' erogatore con il palmo);

>        portare l' altra mano al fondello della bombola od all' attaccatura inferiore dei suoi cinghiaggi (a seconda del modello) per trattenerli nel momento dell' impatto con l' acqua;

>        osservare con attenzione che al di sotto non si trovino altri subacquei né ostacoli di qualsiasi natura;

>         fare un luogo passo in fuori e quindi lasciarsi cadere in acqua, mantenendo le gambe aperte a forbice per frenare l' entrata in acqua. E' particolarmente importante tenere il capo eretto e lo sguardo rivolto in avanti perché, diversamente, l' istinto porterebbe a:

·       guardare verso il basso

·       reclinare il capo

·       far ruotare in avanti il corpo (che fa perno sul piede appoggiato alla barca) tanto che il subacqueo arriverebbe in acqua non in posizione verticale ma di piatto. E questo, soprattutto da una certa altezza, forse può essere pericoloso ma sicuramente è poco gradevole;

>        appena in acqua, accertarsi che tutto sia a posto e quindi rivolgersi verso il  compagno per segnalare l' "OK".

 

·      Infine, può darsi che qualcuno preferisca indossare la bombola solo dopo essere entrato in acqua; questa scelta è quasi forzata quando si effettua l’ immersione da un gommone, a bordo del quale lo spazio è limitato e l’ ingombro delle attrezzature nel poco spazio disponibile a bordo può risultare d’ intralcio.

In questo caso,

-      a bordo dell’ imbarcazione si indossa tutta l’ attrezzatura fatta eccezione per l’ ARA

-      si assicura l’ ARA alla barca con una cima e lo si cala in acqua, dopo aver gonfiato leggermente il GAV

-      ci si lascia scivolare in acqua,

-      si slega l’ ARA, lo si indossa etc.

 

5.2 L' uscita dall' acqua.

 

Per risalire in barca esistono diversi metodi; la scelta dipende sia dal tipo di barca sia - entro certi limiti - dalle preferenze personali.

 

5.2.1 Barca alta di bordo

Nel caso di una barca alta di bordo, si può risalire lungo la scaletta con tutta l' attrezzatura indossata. Se la scaletta è del tipo a lisca di pesce (montante centrale e pioli laterali), si potranno tenere calzate anche le pinne; se invece la scaletta ha i montanti laterali ed i pioli al centro, le pinne dovranno essere tolte in acqua e poi passate a chi si trova a bordo prima di risalire oppure infilate sulle braccia attraversi i cinghioli.

 

5.2.2 Barca bassa di bordo o gommone

Per risalire su un gommone od una lancia bassa di bordo, solitamente privi di scaletta rigida, l' attrezzatura dovrà essere tolta (componente dopo componente) mentre si è ancora in acqua accanto all’ imbarcazione e issata a bordo dal di fuori. In dettaglio:

-  per prima si toglie la cintura di zavorra tenendola per l' estremità priva di fibbia. Infatti, impugnare l’ estremità opposta comporta il rischio che i piombi si sfilino, rimbalzino sulla testa del nostro compagno che potrebbe stare ancora qualche metro sotto di noi e/ si perdano comunque sul fondo;

- si sfila poi l’ ARA, che si lascia in acqua assicurato all’ imbarcazione con una cima e si recupera dopo essere risaliti in barca se nessuno a bordo è in grado di dare una mano.

 

La maschera e lo snorkel possono essere tenuti sul viso (e questo è particolarmente raccomandabile quando il mare è mosso, per avere protezione nel caso in cui la risalita non riesca al primo tentativo) o issati a bordo dal di fuori.

 

Le pinne non devono essere tolte, per potersi dare la spinta necessaria ad appoggiare l' addome sul tubolare del gommone (o sul bordo della barca) ed issarsi a bordo. Anziché sospingersi ciascuno da solo, uno dei due subacquei può afferrarsi con le mani alla cima laterale del gommone o al bordo della barca e fornire così al compagno che sta risalendo l’ opportunità di usare il suo braccio come una scaletta. Chi sarà salito per primo aiuterà poi l' altro.